arte della divinazione

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martedì 28 gennaio 2014

IN VIAGGIO CON GLI ARCHETIPI (1/3)


Facciamo la loro conoscenza:

Gli archetipi sono un marchio indelebile, il tao, il paradosso, la contraddizione nella quale la psiche si specchia rendendosi duale agli occhi dell’Universo che invece è Uno.
Sono il latte dell’anima e il lievito dell’esistenza che cresce spontanea e indisturbata in questo Bordello Universale, senza chiederci alcun parere..

  • Per il medico e guru indiano Deepak Chopra gli archetipi fanno parte di ciò che ci crea, sono la sostanza che compone i nostri sogni e che sta alla base della mitologia e delle leggende, delle storie che da sempre l’umanità si racconta. Gli archetipi sono fondamentali per la comprensione e la definizione di chi siamo, ma sono pure un' espressione individuale della coscienza collettiva.


  • Lo psicanalista Carl Gustav Jung ritiene che gli archetipi sono ricordi ereditati presenti nella mente in qualità di simboli universali e rintracciabili nei sogni come nei miti. Sono stati di consapevolezza, concentrazioni cosmiche di energia psichica, campi magnetici fra i quali la mente si muove mentre il corpo materiale funge da conduttore per la loro forza. Gli archetipi esistono come potenziali di energia simbolica e giocano latenti nella coscienza. Ognuno di noi ne possiede almeno uno, ma spesso rimane sepolto finchè non viene attivato da una situazione esterna o nella vita mentale (conscia e inconscia) di una persona. Una volta ridestato, l’archetipo manifesta i suoi poteri e i suoi attributi tramite noi e può far vacillare o addirittura estinguere l’equilibrio precario di una psiche inferma. Per esempio, una persona molto ricca a livello materiale come un re o una regina ha con ogni probabilità Zeus o Era come archetipo dominante, un soggetto particolarmente saggio invece può avere come “archetipo di comando” Atena.


  • Secondo Elémire Zolla (scrittore, filosofo e storico delle religioni italiano, conoscitore di dottrine esoteriche e studioso di mistica occidentale e orientale) gli archetipi pulsano come creature viventi, sono un’energia plastica, emotiva, generativa. Un archetipo raduna insieme pensieri e sentimenti, illumina i recessi più antichi della memoria e attiva nel cervello circuiti simbolici..Chi vive prossimo al suo archetipo è al massimo della vitalità, demonico, paradigmatico e dimentico di tutte le condizioni materiali che lo circondano e che compongono l’apparenza sensibile.. Non è un’esperienza  da prendere alla leggera, spezza il cuore di pietra e fa ammutolire la “garrula mente”. Quando un archetipo si manifesta, comprime in un solo plesso Bene e Male, Io e Id, perciò ossessiona con la sua ambiguità e la sua sorprendente originalità. ..Ne consegue eccitazione e turbamento.  L’uomo ha bisogno di archetipi come di cibo per il corpo, una vita senza di essi è insensata, addirittura impossibile…Sogni ammonitori sorgono nella mente notturna di chi li trascura/ignora, guai a non dare spazio, a non farsi portavoce degli archetipi, ci si ammala! Gli archetipi si ereditano e quindi sono predestinati, dovunque e sempre ogni individuo ha una recita personale da svolgere. L’incontro con gli archetipi e in particolare con quello o quelli che dobbiamo seguire e rappresentare per chissà quale oscura ragione avviene con gli eventi che ci capitano ed è come se ci si svegliasse improvvisamente da un lungo e profondissimo sonno.




(il seguente testo è una commistione di due libri che sono stati liberamente manipolati e riadattati:

“Le coincidenze” di Deepak Chopra e “Archetipi” di Elemire Zolla)

in viaggio con gli archetipi 2°parte

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