Ai
tempi dell’università una simpatica collega amante dei fiori di Bach, dello
yoga e del buddhismo, un giorno mi
scrisse un biglietto consigliandomi di leggere la Bhagavadgītā:
per chi non lo sapesse,
si tratta di un testo sacro al pari della Bibbia e del Corano, composto da 18 cap, 700 versi ed appartiene alla religione induista.
*Più che un astratto
trattato di filosofia, si può considerare un pratico manuale di vita nel quale
si affrontano tematiche spirituali di valenza universale; questo spiega la
notevole diffusione del poema sacro anche in Occidente, in buona parte dovuta
anche alla testimonianza di personaggi che basarono la propria vita sugli
insegnamenti di questo Testo, tra i quali il Mahatma
Gandhi:
“ La mia vita non
fu che una serie di tragedie esteriori, e se queste non hanno lasciato su di
me nessuna traccia visibile, indelebile, è dovuto all'insegnamento della
Bhagavad Gītā.”
*da wikipedia
Riporto a partire da
questo post e nei successivi che pubblicherò prossimamente, quei passi che mi
hanno maggiormente colpito in quanto trovo che abbiano una certa analogia con i tarocchi.
Iniziamo con l’arcano X
la ruota della fortuna che è la ruota delle possibilità e delle rinascite; “samsara”
in sanscrito sta appunto ad indicare il ciclo delle esistenze
Verso
8, cap 15 reincarnazione e karma
Come
l’aria trasporta gli odori, così l’essere vivente, nel mondo materiale,
trasporta da un corpo all’altro le sue diverse concezioni di vita. Così si
riveste di una forma corporea, poi di nuovo l’abbandona per prenderne
un’altra.
L’essere
vivente è chiamato “isvara” controllore del proprio corpo. Infatti, secondo
il suo desiderio può rivestirsi di un corpo + evoluto o trasmigrare in un
corpo inferiore. L’essere gode di una certa indipendenza. Anche se
infinetesimale, perciò diventa responsabile del corpo che assumerà nella
prossima vita. Al momento della morte, lo stato di coscienza che si è formato
durante la vita determinerà il suo prossimo corpo. Se si è creato una
coscienza simile a quella dei cani o dei gatti, rinascerà sicuramente in un
corpo di cane o di gatto; se la sua coscienza è situata in virtù prenderà il
corpo di un essere celeste; e se si è stabilito nella coscienza di Krsna
raggiungerà il mondo spirituale per vivere accanto a lui. E’ un errore
credere che dopo la morte non esista + niente. L’anima individuale trasmigra
da un corpo all’altro e il suo prossimo corpo dipenderà dal suo corpo e dalle
sue azioni presenti; secondo la legge del karma otterrà un nuovo corpo, che
dovrà poi nuovamente lasciare.
Dobbiamo
esser coscienti che se l’uomo agisce fuori della coscienza di Krsna si perde
nel vortice materiale, nell’oceano delle nascite e delle morti. La creazione materiale avviene sotto l’azione del tempo
eterno e l’universo materiale è creato e poi dissolto dalla potenza del
Signore. Le sue creazioni e dissoluzioni, o manifestazioni e non
manifestazioni, si ripetono in un ciclo senza fine.
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